27/06/12

La Pineta di Luciano Zazzeri

Finalmente, da domenica, posso dire di avere mangiato IL PESCE.
Sì, perchè finora si era scherzato.
Anniversario di matrimonio, il sesto, e, come da tradizione:" Se va fori a magna e beve bbene!"
Indi abbiamo optato per uno stellato michelin al mare.
E' uno stellato che non ti aspetti, all'interno di un  bagno a marina di Bibbona, con tanto di ombrelloni azzurri inguardabili.  La fortuna, e la moglie, ha voluto che dessi le spalle al mare ( la sala, semplice e non " pesante", anche se molto curata, essendo in spiaggia, ha vista mare), evitandomi, così, il cazzotto degli ombrelloni ma non privandomi del meraviglioso rumore di un mare che, per farci un favore, ne sono sicuro, era appena increspato, ma di quel tanto da farsi sentire. Il servizio è fantastico, nel senso che non è distaccato ma nemmeno invadente. La battuta e la chiacchiera scatta naturale, lieve, piacevolissima. Il patron è spesso in sala, prende le comande e fa i conti ma è anche in cucina a guidare la banda di cuochi che definirei " rispettosi". Cioè? Se devo definire questo ristorante con un aggettivo dico: "attento". L'attenzione, che rasenta la mania, è per la cottura. Tutto quello che abbiamo mangiato aveva una cottura Perfetta.
Il ristorante è conosciuto soprattutto per la qualità assoluta della materia prima ma, a mio parere, è nella cura "psicotica" delle cotture che sta il segreto. Anche il pesce più fresco e di qualità può essere violentato da una cottura appena più lunga o breve del necessario. 
Insomma, bando alle ciance e sfoderiamo il menù.
Io ho puntato tutto sulla materia per cui: crudo di pesce e crostacei, spaghetti alle vongole veraci, gran bollito di pesce.
La mogliera: Crudo anche lei ( ma come poter resistere?), spaghetto freddo allo scoglio con bottarga, fritto misto e crema fredda al miele e cioccolato bianco con cialda alla mandorla e fragole.
Che dire: il crudo lo ricorderemo per sempre. Menzione speciale alle ostriche divorate tra le onde del mare ( poche cose commuovono così...). Lo spaghetto alle vongole veraci, è quello definitivo, quello che uno memorizza perchè dovrà assolutamente rifarlo, aggiungendo un altro obbiettivo a quelli da raggiungere prima di morire. Il bollito, servito con una maionese fatta a mano con olio extravergine ( ma come cacchio fanno?) e spiazzante per, mi ripeterò, la perfezione assoluta della cottuta dei diversi pesci/crostacei. Lo spaghetto freddo è semplicemente geniale, soprattutto in un caldo pomeriggio estivo. Il fritto è leggero e saporito. Ottimo il dolce, che ho preferito sostituire con un calvados giovane ma, diciamo così, coccolante come tutto ciò che abbiamo bevuto.
Il bere, a proposito, merita come al solito, un discorso a sè.
La carta dei vini, bella bella, necessita di un tavolino dove appoggiarla, in quanto il tomo è realmente pesante. Dopo un po' di rimbambimento e di confusione, perso fra innumerevoli etichette seducenti, opto, per soddisfare soprattutto la mogliera e la mia curiosità,  per il Vulcaia fumè di Inama, annata 2009, sauvignon blanc prodotto in Veneto, pluripremiato vino ma di quelli che a me, personalmente, piacciono meno. Che dirne: ben fatto, aromi varietali netti ma legno ancora da digerire. Il ragazzo di sala mi ha consigliato questa annata rispetto alla 2010 ed ho capito perchè. Annate precedenti erano presenti ma solo in magnum e in due mi sembra un po' troppo, soprattutto se devo fare 2 ore e mezza di macchina per tornare a casa. Lo berrei volentieri fra due o tre anni. E' un vino tondo, caldo, grasso, ruffiano, sborone. Non proprio il mio tipo. Più femminile, direi, anche se so benissimo che sto drammaticamente generalizzando. Comunque c'ho azzeccato e la mogliera ha apprezzato tantissimo. Sul bollito, pero, non ce l'ho fatta e ho ceduto il resto della boccia alla mia metà e chiesto un calice di qualcosa che potesse andare bene, affidandomi ciecamente al cameriere. Mi ha servito un Pinot nero altoatesino, di Hoftstatter, il base, gelato. A coloro di voi che stanno inorridendo dirò di provarlo, evitando le seghe mentali dei corsi Ais, concentrandosi sulla sua perfetta abbinabilità, servito in questa maniera, al bollito di pesce. Alla mogliera, poi, è arrivato un passito di pantelleria di quelli che fa sempre discutere ma che io, fanculo agli enosnob di ognidove, adoro: il Ben Ryè di Donnafugata. 
Fantastica esperienza, sicuramente da ripetere in inverno, con la vista mare sgombra da ombrelloni vari.
La spesa è notevole, anche se generalmente gli stellati sono più cari, ma secondo me, sono davvero ben spesi perchè dopo aver mangiato lì, ho l'impressione che qualcosa, dentro, cambia.
Andateci!
Vi allego qualche foto. Alcune le ho fatte dopo che l'avidità aveva offuscato la logica della foto a piatto vergine ma vorrei vedere voi...
Hasta
La musica che vi dedico è in tema: solo il rumore del mare


crudo

spaghetti alle vongole veraci

spagheto freddo allo scoglio con bottarga

il fritto misto

il bollito misto


il dolcino


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