11/07/12

Lars von Trier e le sarde a beccafico

Cosa avranno in comune, vi starete chiedendo? Apparentemente nulla, se non il fatto che oggi ho visto Melancholia ed ho cucinato le sarde. Mentre, però, arrotolavo i deliziosi involtini ho capito quanto il maestro abbia in comune col piatto palermitano. Intanto l'apoteosi della lentezza. Una lentezza, però, ricca di cose. Poi c'è la sorpresa per ingredienti, vuoi del piatto, vuoi dello svolgimento della trama, inaspettati, dolci e piccanti, sapidi e delicati. C'è poi, l'alto livello di concentrazione necessario ed, infine, il seguito, a film/piatto terminato, di sensazioni, riflessioni, ritorni di gusto, impressioni nuove.
Non è il primo film di Von Trier che vedo e mi ha sempre spiazzato ma anche conquistato.
E', invece, la prima volta che mi cimento con la versione palermitana delle sarde a beccafico e devo dire che sono davvero libidinose.
Vi dico come farle?
Prendete le sarde e pulitele togliendo testa, interiora e lisca ma lasciando la pinna dorsale e la coda, lavatele e lasciatele da parte aperte ed appoggiate sulla pelle. In un pentolino mettete un filo di olio evo con uno spicchio d'aglio ed un peperoncino. Dopo un paio di minuti di sfrigolamento, togliete aglio e peperoncino ed aggiungete una tazza di pane grattugiato. Armatevi di pazienza e, continuando a mescolare, con fuoco basso, aspettate che il pane raggiunga un bel colore nocciola intenso. A questo punto mettete il pane in una ciotola ed aggiungete: pizzico di sale e pepe, un cucchiaio di zucchero, una manciata di uva sultanina fatta rinvenire in acqua calda, una manciata di pinoli ed un cucchiaio di prezzemolo tritato. Unite, infine, tre o quattro acciughe tritate ed un goccio d'olio evo. Mescolate bene. Ora, mettete un cucchiaino di questa farcitura al centro della sarda ed arrotolate ad involtino il pesce, partendo da dove un tempo era posizionata la testa. Ponete i rotolini in una teglia unta ed intervallateli con mezza foglia d'alloro. Guarnite con qualche fetta d'arancia biologica. Cospargete col pangrattato che vi è avanzato ed irrorate tutto con una emulsione di succo d'arancia, olio, zucchero e sale. Infornate a 180° per 20 minuti e serviteli a temperatura ambiente, bevendoci sopra un bianco siculo, magari la Veruzza dell'Az. Guccione, trebbiano biodinamico caldo e fruttato.





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