21/05/15

BB


 

BB King se n'è andato. Partito per un viaggio verso chissà dove. Ha solcato il mare di quasi un secolo, passando dai campi di cotone ai club di tutto il mondo. E' passato dall'essere schiavo ad essere Re ed è un destino per pochi. La sua chitarra aveva un nome, legato a risse, donne, incendi e corse a salvare strumento di musica e oggetto che ti fa mangiare. La sua chitarra, il suo nome, Lucille, gli ricordava tutti i giorni che ci vuole poco a morire ma che bisogna rischiare tutto per ciò che si ama, per seguire la propria strada. 
Ho visto diversi concerti di BB King e ne sono orgoglioso. Il blues è una cosa strana, lo sanno bene coloro che lo amano. Non è uno stile di far musica, tipo il country, e non è uno stile di vita, per quanto in molti lo pensano, perchè o hai raccolto il cotone o non puoi dire che vivi da bluesman. Per me è un linguaggio, un che di spirituale che unisce tante persone, gente che vive male il suo tempo, che fa fatica ( in senso lato, ovviamente...). Quando inizi a capirlo tutto cambia. E' allora che senti quello che ti sta dicendo Jimi Hendrix con la sua chitarra, o Muddy Waters con la sua. Capisci, quasi fossero dialetti di una vera e propria lingua, le differenze fra lo stile di J.L.Hooker e gli ululati di Howlin' Wolf, fra lo slide di Johnny Winter e i fraseggi di Freddy King. Sono voci differenti che parlano uno stesso linguaggio, usando parole, stili, frasi diverse ma accomunate dalla stessa lingua. BB King si distingueva per la avidità di note, tutte, però dense di emozioni. Solo quelle giuste, dice qualcuno, nessuna in più. Tutte calde, però, sostenute da quel tocco unico sulla corda, impossibile da replicare. Vederlo, a 80 anni, mentre suona in una delle sue duecento date annuali, col sorriso stampato in viso, nonostante la fatica fisica e la malattia, con la battuta pronta, con l'evidente divertimento in ciò che fa, mi ha fatto capire chi è il musicista e chi è il coglioncello che ha fatto un paio di dischi di successo ma vale quanto un brufolo nel culo di un adolescente della bassa provincia. 
Putroppo BB se n'è andato e non potremo più sentire quello che aveva da dirci ancora, frutto di una vita on the road, per molto, tanto tempo su un pullman, in giro per l'America. Quando da ragazzo condividevo molto del mio tempo con gli amici, suonando anche del buon blues, adoravo il momento in cui, nella scaletta dei nostri concerti, arrivava il momento dell'ultima canzone: The thrill is gone. Aveva una durata di almeno 10 minuti ed aveva la duplice funzione di allentare il ritmo e allontanare lentamente l'attenzione della gente da noi e di permetterci di scaricare l'adrenalina dellla serata in maniera ipnotica, perchè questa è una canzone ipnotica. Se ci penso sento ancora quella sensazione di improvviso relax, di viaggio musicale nei luoghi in cui tutti i miei amici, su quei palchi, mi portavano con improvvisazioni, stacchi, occhiate. Ed il dolore per questa asenza improvvisa si fa fitto. Direte: ma se nemmeno lo conoscevi! Sapere che c'era aiutava, credetemi. E' un po' come la sicurezza che può dare, nel deserto più profondo che ci sia, vedere un ripetitore per il cellulare, un qualcosa che ti riporta indietro quando sei perso, una voce appena intuita quando ti senti caduto in un profondo pozzo.
Un altro pezzettino di storia, di blues, è affondato fra le paludi di questo mondo.
Non ci resta che salutare il Re burlone, sempre pronto a non prendersi sul serio, ed a tirare avanti, tenendoci stretto e vivo ciò che ci ha dato.
Hasta


Nessun commento: