25/03/14

Il mio primo Radikon


Era il momento giusto. L'ho visto lì, sullo scaffale e l'ho preso. Era il Jakot 2005 del visionario produttore friulano.
E' durato, pochissimo, a casa mia: il tempo di preparare la cena.
E' un Friulano, il vecchio Tocai. In vigna rarissimi trattamenti ma con prodotti naturali e non di sintesi. Altissima densità di impianto, viti stressate che producono poca uva ma di altissima qualità.
Vinificazione con le bucce e macerazione per 40 giorni. Poi 40 mesi in botte. Niente controllo di temperatura, lieviti autoctoni, solo follature e travasi. Il colore è rame. Nessun segno di ossidazione al naso. Quello che ti morde il naso è un mix di fiori ( camomilla, mimosa) e frutta secca (mandorla), disidratata e scorza di agrumi. Se chiudi gli occhi, poi, dopo un paio di ore dall'apertura, arriva la brezza del mare, salata e fresca. Sembra strano a dirsi ma il profumo di questo vino ha un che di amaro, non so come spiegarlo ma è così... Il primo sorso è pazzesco: sapidità alle stelle, un lievissimo tannino e una vena agrumata davvero piacevole. Ritorna la nota amara, quasi di scorzetta di pompelmo e il cervello ti richiama un altro bicchiere e poi un altro ancora. Occhio perchè la bottiglia è da 50 cl e finisce in fretta! Il finale è asciutto ma lunghissimo, con la bocca che schiocca per un bel po', stimolata da quella sapidità fantastica e quella leggera sensazione amara ma accattivante (nonchè tipica dell'uva Tocai)
Lo consiglio agli amanti della tipologia e lo sconsiglio a chi cerca un vino poco cerebrale e "confortevole". Mi raccomando va bevuto a temperatura ambiente!
Hasta.
Bevetelo ascoltandovi questa:

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