08/09/11

Rosso di Montalcino 2006 Biondi Santi


Che direbbe il mio delegato, l'uomo che mi ha formato per essere un esperto del servizio, della degustazione, del bon-ton, etc? Come la prenderebbe se sapesse che, in una tiepida notte d'estate, in un casolare nel mezzo della val d'Orcia, ho stappato, praticamente al buio, un rosso di Montalcino di Biondi Santi e l'ho versato in due calici, pardon, due vetracci, dove nemmanco l'acqua minerale avrebbe voluto essere sacrificata? Come avrebbe reagito alla notizia che non era possibile vedere colore, riflessi, consistenza, limpidezza, insetti galleggianti?
Del resto come biasimarmi: dopo un'ottima cena in un ristorante di S. Quirico ( bevuto il "Sesterzo" di Poggio Grande, Orcia rosso doc 2008, consigliato, ndr), con la mia placida consorte, si torna in agriturismo. C'è quel venticello che ritempra il corpo e lo spirito dalle drammatiche temperature pomeridiane, quasi sahariane. C'è silenzio ed il cielo ha tante stelle che, quasi, provocano fastidio. Ti senti Frodo Baggins dal momento in cui hai acquistato la boccia e la tentazione ti logora dentro. E' allora che cerchi, disperatamente, due calici nella cucina in comune ma trovi solo inquietanti vetracci, buoni solo a ficcarci il basilico per non farlo appassire. Cosa fareste voi?
L'unica risposta è: "Fanculo il bon-ton, il bon-bon e pure il won-ton!" Sì, anche il mio delegato Ais direbbe così!
Io e la mogliera abbiamo scorto, nello sguardo dell'altro, il puro piacere. Del resto cos'è il vino, se non piacere?
Bel vino, davvero. Sul colore non so, onestamente, che dirvi. Azzardo un nero penombra, appena screziato da luce lunare. ( Questo non l'ha mai scritto nemmeno Luca Maroni!). Molti di voi, miei due lettori, diranno:" A' coso, manco avessi bevuto il Brunello Riserva!" Lo conosco, l'ho bevuto e vi assicuro che è un'esperienza incredibile. Solo che ne bevi una lacrima in un asettica sala di degustazione, non una bottiglia al chiaro di luna. ( Purtroppo arrivo, e con un certo impegno, appena al Rosso...).
Torniamo al vino. Avvicinando il naso al bicchiere inizio già a sentire il complesso bouquet, con cenere, prugne selvatiche, fiori secchi eed un che di selvatico ma vago, non definibile con maggiore precisione. Quel che avviene in bocca dopo il primo sorso lo posso descrivere più che bene: attacco acido, intensissimo. Pensate ad un fuoco d'artificio. Tannino giovane ed aggressivo, asciugante ma in lotta con l'acidità vibrante che provoca una intensa salivazione. La sapidità è dritta, inebriante e ti chiede un altro sorso, immediatamente. L'alcool è perfetto, assolutamente assorbito dalla struttura emozionante. Il finale ha quel lieve amarognolo che esalta, anche per la lunghezza di svariati secondi. La bocca resta pulita ma quell'aromaticità, floreale, non se ne va nemmeno a pagarla.
In tutto questo mi resta la grande soddisfazione del miglior abbinamento mai trovato per un vino. Stavolta non è col cibo che il matrimonio è perfettamente riuscito. Oggi è con la magia di un piccolo lume che scalda una parete di pietra, con la calda presenza della mia donna, con la leggerezza che dà il distacco dalla quotidianità, con la lieve ebbrezza data da una bella serata, con ilo pizzicotto lieve del sonno che ti chiama al meritato riposo, con la lieve brezza, appena fresca, dei monti che ti abbraccia e rassicura.
Che dite: si può soprassedere ai due calici da lasciare direttamente nello scaffale dell'Ipercoop?
Hasta.
Ben Harper - Another lonely day

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mogliera fortunata!! ;)
Anche noi, nel nostro piccolissimo,questa estate abbiamo fatto delle simpatiche scoperte enologiche nel sud Italia...ma non potrò mai descrivertele così...
Ciao
Mìgola

dadowolf ha detto...

Bello il Sud. Ricco, tra l'altro di grandi vini. Ovviamente è assolutamente fondamentale che tu condivida le scoperte che avete fatto!