17/09/12

Vino al vino

Non parlerò del bel libro di Soldati nè del blog di Ziliani ma della degustazione che ormai da svariati anni ( credo 17) si svolge a Panzano in Chianti e che permette di capire realmente quanto sia opportuna una zonazione del Chianti Classico. I vini qui prodotti, infatti, hanno tutti un carattere spiccato, un comune denominatore nella struttura e nella mineralità. E' zona dove può anche avere un qualche senso un vino che abbia in uvaggio il Cabernet Sauvignon, visto lo spiccato carattere che acquista da queste parti il francesone. Grandi vini, a Panzano, arrivano, poi, da vitigni internazionali anche se, a mio modestissimo parere, le cose migliori arrivano dal Cabernet Sauvignon, magari appena corretto da piccole percentuali di altri vitigni.
Parliamo, però, di Chianti Classico. Rubusti è il termine che riesce a descriverli tutti. Vini di scarsa qualità non ne ho trovato nemmeno uno ma i vini che mi hanno colpito sono stati pochi. Buoni i base di Monte Bernardi, Le Cinciole, Vecchie terre di Montefili, Panzanello. Alle ottime le riserve degli stessi aggiungerei quella del Molino di Grace. 
Fra i non Chianti Classico segnalo i soliti Flaccianello della Pieve di Fontodi, il Camalaione de Le Cinciole, il d'Alceo del Castello dei Rampolla e l'Anfiteatro di Vecchie terre di Montefili. C'era anche il Giorgio Primo de La Massa che, però, sebbene sia evidentemente un vino ben fatto e di sicuro commovente con qualche anno sulle spalle, non è nelle mie corde.
I vini che abbiamo comprato, rimanendo fedeli all'anno passato, sono le due basi de Le Cinciole e di Montebernardi dei quali non abbiamo optato per le riserve, davvero buone, solo per mere questioni economiche ( dobbiamo risparmiare...).
Degustate, gente, degustate!
Hasta

Ricorsatevi che il 5 ottobre si DEVONO festeggiare i beatles: questa canzone, la loro prima canzone, compirà 50 anni!


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