19/05/11

Zuppa di cipolle e Borgogna

Non ricordo se ne avevo già scritto ma poco o male: repetita iuvant.
Per due persone prendete 4 cipolle medio-grandi ( io ho usato quelle rosse di Certaldo), tagliatele fini e cuocetele in abbondante olio con una carota e due costoline di sedano tritate. Quando iniziano a sfrigolare aggiungete 1/2 bicchiere di vino rosso, sale e pepe, coprite e cuocete per un'ora a fuoco lento, aggiungendo, se proprio necessario, del brodo caldo quando si asciuga troppo. Nell'ultimo quarto d'ora aggiungete una manciata di piselli lessati, la punta di un cucchiaino di cannella in polvere ed un cucchiaino di zucchero. Terminata la cottura frullarne un terzo col mitico minipimer e riunirla. A questo punto in una ciotola di coccio fate un primo strato di pane tostato, copritelo con un po' di zuppa. Fatene un secondo strato uguale ed aggiungete in cima una spruzzata di pecorino di fossa e quattro mandorle come guarnizione. Passatela in forno ventilato finchgè fara in cima una deliziosa ed invitante crosticina.
Eccone una immagine:


Ci abbiamo bevuto sopra un Borgogna, reduce del nostro viaggio autunnale, e precisamente il Chambolle-Musigny Les Charmes Premier crù 2008 di Domaine Amiot-Servelle.
Appena versato nell'ampio calice, a più di 15 cm dal mio naso vengo già agganciato da intensi profumi. Il colore è un bel rubino scarico, virante al granato, con classica trasparenza da Pinot Noir e bella brillantezza. Il naso, come già accennato è intenso ed molto elegante, con sentori di frutti di bosco in primissimo piano: more, mirtilli e cassis. Poi arrivano le spezie dolci: vaniglia e un leggero rimando alla cannella. Il tostato del legno è delicato, segno di un oculato uso del legno. In bocca spicca una acidità tosta ed una sapidità al limite del salato. Il tannino è fittissimo ma molto morbido, appena appena percettibile. Corpo leggiadro ( ? ) ed esile, piacevolmente delicato. Il finale è lungo, tutto giocato su sale e agrumi. Resta una delle mie zone preferite, quella di Chambolle-Musigny, perchè dona vini incredibilmente eleganti e fini ma, come nel caso di questo agricoltore che ha sposato il biologico, dotati di spina dorsale e verticalità notevoli. Chissà cosa sarà questo vino fra dieci anni...
Consiglio di mangiarla e berlo ascoltando un disco di Chet Baker, magari Diane, registrato con Paul Bley: commovente.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono passata a fare un saluto e mi sono deliziata con la ricetta e il vino...
Mìgola

dadowolf ha detto...

Ciao, Migola. Bentornata. Felice di ritrovarti, speranzoso che stia un pochino meglio!

Anonimo ha detto...

Leggermente più attiva...
Grazie...
Un abbraccio
Mìgola