21/11/10

Viaggio in Francia

Prima parte: Borgogna
Quando pensi alla Borgogna ti vengono in mente, generalmente, due cose: cibo e vino. Al termine del nostro viaggio mi sento di aggiungerne un paio di altre che, a mio parere, possono benissimo legarsi a questa regione: tranquillità e discreta cordialità di campagna. Dal punto di vista paesaggistico, confrontata con altre regioni vitivinicole, devo dire che ho visto di meglio ma ho trovato persone e luoghi ancora sanguigni e veri. La stagione è piovosa ed è troppo tardi per ammirare gli incantevoli mosaici che le foglie di vite creano in autunno ma siamo qui ora e ci tocca far uso della fantasia, di pennelli mentali usati per colorare la monotona tela che ci troviamo di fronte. Così è decisamente meglio e riusciamo ad inquadrare bene anche la sempre discreta bellezza dei piccoli paesotti che si incontrano scorrendo la “mitica” N74. Una nebbiolina spuntata improvvisamente a mezza collina sembra cercare l'attenzione del nostro sguardo, fissatosi su un muretto con la scritta:” clos des ormes”.
Un piccolo arco con esattamente dietro un contorto albero che sembra fargli compagnia, circondati da ettari di viti sfogliate. I nomi di alcuni luoghi che visitiamo, per gli amanti del mondo del vino, evocano profumi terrosi e boschivi, grande eleganza e raffinatezza di sapori, timidezza che diventa esplosione di sensazioni. Nomi quali Vosne-Romanèe, Vougeot, Gevrey-Chambertin, Chambolle-Musigny.
C'è, a far da testa di questa serpe fra i colli, anche una bella città, decisamente sobria ma di grande impatto, soprattutto architettonico: Digione. Vale una visita per le meravigliose chiese ed i palazzi signorili. Incredibile è la basilica gotica di Saint Benigne, con una cripta romanica pazzesca. Abbiamo incontrato alcuni produttori di vino, posti in zone differenti e con diversi approcci al loro lavoro. In tutti, comunque, abbiamo trovato passione e semplicità. Qualcuno chiuso peggio di un chiantigiano, qualcuno giovane e dinamico, qualcuno burbero ma gentile. I vini provati somigliano a questi posti in maniera commovente. La diversità fra parcelle è quasi strabiliante, è vero, ma c'è quella timidezza, quella calma nell'aprirsi al naso, quel ricordo che ti perseguita per un bel po'. In questa stagione, poi, piovosa e umida, questi chiari ricordi di sottobosco, un po' cupi e densi, disegnano un quadro plurisensoriale che lega ciò che vediamo e ciò che beviamo (?)( ogni tanto tutti noi si prova ad essere Luca Maroni per un attimo...anche nell' abbondanza di parentesi)
Abbiamo visitato 5 aziende di diverse aree e impostazioni: Harmand Geoffroy, schivo ma solo fuori dalla sua cantina, inaugura il nostro tour con vini che subito mi fanno dimenticare l'idea che mi sono fatto del Pinot nero provato in Italia: vini che giocano fra rusticità ed eleganza, morbidezza di tannini fini, acidità domata, intensita di frutto. Mi colpisce, tanto per ammazzare ogni tipo di pregiudizio, il gentile apporto del legno, per nulla invadente, nonostante la giovane età di queti vini fatti per farsi bere fra un bel po' di tempo, specialmente i premier crù e, ancor di più, il grand crù Mazis-Chambertin.
Chantal Lescure, invece, vigneti sparsi su una grandissima superficie, diventa quasi una scuola di terroir. Campioni, provati direttamente da botte, ci illustrano una quindicina di appellations. Un mini-corso di cosa voglia dire, a volte, stare a destra o a sinistra del colle. Colpisce il colore caldissimo dei vini e la coerenza di produzione, che da a tutti i vini provati, una quindicina, un qualcosa che li accomuna nonostante la reale diversità di profumi, complessità e gusto. L'azienda è biologica e rispettosa della vigna. Spiace trovare i vini top aziendali in una fase di chiusura, piuttosto normale, in ogni caso.
Ricordo ancora con piacere l'incontro con Amiot Servelle, che si presenta con vestiti da lavoro, in una piccola cantina. Barbuto, parlante solo francese, ma estremamente gentile ci fa capire cosa vogliono dire quelli che parlano di questa zona (Chambolle- Musigny) come un tempio dell'eleganza e finezza. Stridono i vini con l'immagine aziendale, rustica e semplice, ma questo rende l'incontro davvero bello ed umano e la degustazione davvero unica.
Armelle Rion ci immette nell'appellation di Vosne-Romanèè e Nuits st George. I primi risultano complessi, i secondi decisamente più maschi e scontrosi, con tannini grintosi e acidità ancora importante. Colpiscono meno di altri ma mi piacciono perchè tutt'altro che “piacioni”.
Con la visita a Tollot-Beaut, a Chorey les Beaune, si conclude il nostro giro. L'azienda mi è sembrata decisamente più, diciamo così, dinamica e moderna delle altre, anche se ritroviamo nei vini, anche qui degustati da botte, un grande rispetto del terroir ed una fattura tutt'altro che winespectatoriana (niente marmellate, in pratica) Abbiamo anche l'onore di provare credo l'unico grand crù di borgogna bianco: il Corton-Charlemagne Grand Crù. Tre barrique prodotte in totale da questa azienda, per un gioiellino da un centinaio d'euro abbondanti a boccia. Troppo morbido, per i miei gusti, ma di pazzesca complessità olfattiva ed intensità di gusto. La gamma dei vini, che va dalla zona di Beaune a Aloxe-Corton, da Savigny a Chorey si distingue per profumi intriganti e lenti a venir fuori e bilanciamento. Splendido, sebbene ancora un po' chiuso, il Corton Grand Crù. Bella azienda, davvero.
In Borgogna siamo stati bene, e questo l'ho già detto. Ricorda un po' il Chianti, come atmosfere e calore anche se non ti spacca il cuore con la commovente bellezza toscana. In ogni caso, ci torneremo di sicuro.
Il cibo provato nei ristoranti ci è piaciuto, nonostante, a mio parere, tutti i limiti che la struttura del pranzo/cena “entrèe-plat-dessert/fromage” dia soprattutto alla fantasia. Ovvio che non parlo di ristoranti stellati o simili, inarrivabili per le nostre finanze, ma di ristoranti di livello medio ( che poi sono quelli che meglio ti raccontano una cultura culinaria). Abbiamo provato, ma non in Borgogna e non per scelta, anche delle mezze bettolacce ma, in questo caso, si mangia male. Il dramma, al ristorante, è il costo del vino, spesso superiore al cibo di due convitati. Il rischio, poi, è spendere un botto per una ciofeca devastante,ad esempio il Santenay 2005 del Domaine Jaffelin, risultato una tortura per i nostri nasi e la bocca. Meglio ci è andata con il Bourgogna Pinot noir 2008 di una azienda “mito” Leo Camuzet ( per i premier cru ci vogliono le cambiali...), molto semplice ma di buona finezza, anche se costa come un Barbaresco, e con lo Chassagne- Montrachet 2006 “Mes Vieilles Vignes” di Jean Marc Pillot, piaciuto molto per l'ampiezza aromatica, la complessità , l'equilibrio in bocca ed il piacevole finale fruttato.
Avevo con me, da totale matto, una lista di vini “da non correre rischi” ma vattelappesca se ne avessi trovato uno in una qualche lista di un qualsiasi ristorante! Meglio, comunque, affidarsi al cameriere o bere al bicchiere..
Risto consigliati:
Le Caveau des Arches a Beaune per il servizio accuratissimo, la cantina lunga,la qualità del cibo e la davvero bella sala;
La Ciboulette a Beaune per la semplicità del luogo e la bontà del cibo. Occhio ai vini perchè è il posto della ciofeca di cui sopra...
L'Alambic a Nuits Saint Georges per un pranzo veloce, anche se possa essere interessante anche per una cena, vista la sala molto carina, con quadri di artisti, in vendita, alle pareti.
Spostarci a Parigi, devo dire, ciè dispiaciuto un po', soprattutto per la sensazione di trovarsi in una bomboniera che abbiamo provato nella cittadina di Beaune, davvero vivibilissima. Però, Parigi, dicono, va vista almeno una volta nella vita, perciò eccoci sul tgv in direzione Gare de Lyon, Paris.
Ora qualche foto.





2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mah! Ti avevo lasciato già un commento che però è scomparso!
Dicevo che quando ti leggo che parli di vini è come ascoltare della poesia...non sempre si capisce completamente ma basta lasciarsi trasportare dai suoni e ti senti comunque vicino al poeta...io faccio così con te... e mi incanti! Bella questa prima parte! Aspetto con ansia le sensazioni e le avventure parigine!!
Buona giornata
Mìgola

dadowolf ha detto...

Così mi imbarazzi...
A breve arriverà anche Paris, sto facendo depositare ancora tutto per bene, anche per allungare virtualmente la vacanza il più possibile.