14/09/10

L'expo del Chianti Classico a Greve in Chianti

Sì, lo so che andarci la domenica pomeriggio è da ritardati mentali ma non abbiamo potuto fare altro: il lavoro ed un gruppo di odiosissimi inglesi briaconi ci ha trattenuto tre giorni a smarronarci e a sistemare tutto ciò che amabilmente trituravano.
In ogni caso, temendo il peggio, subito straconfermato, ci siamo buttati nella calca. Venti minuti d'attesa per tesserina fotocopiata da timbrare all'assaggio ( non so voi ma ammè maparenastrunzata!) ed attendere i bicchieri che sono finiti da un po'. Qualcuno arriva con dei calici dalle forme più svariate e riusciamo a sbloccare la situazione ma ci ritroviamo con due calici per farci un martini con oliva. La piazza brulica di ragazzotti che vogliono bere e di stanchi produttori che, non li biasimo, finchè non sputazzi un po' ti approcciano come il beone di turno. Il mio taccuino da appuntmi aiuta e riesco ad avere un minimo diqualità nelle poche chiacchiere scambiate con le aziende. Molte non le conosco ancora e questo mi spinge a tollerare il caos e gli sbronzoni. Il calice mi rende faticosa l'analisi del bouquet e i troppi fumatori intorno complicano ancor di più le cose.
Qualche riflessione.
Troppi, davvero troppi vinoni marmellatosi. Si è dimenticata la bevibilità e la funzione del chianti classico: la grande duttilità a tavola. Niente da fare. Trovo disarmante la ricerca continua di profondità e grassezza dei vini base. Posso tollerarla nelle Riserve ma nei base mi urta.
Gli interessanti:
Casa sola Chianti classico 2008 - Sanguigno e lineare. Semplice ma con il carattere giusto.
Casa sola "Per gli amici" - Igt da uvaggio chianti tradizionale ( sangiovese, canaiolo, trebbiano, malvasia). Vino low cost da bere a sorsate. Bouquet fresco e piacevolissimo e sorso leggero e bocca che resta pulitissima.
Fattoria di Vegi Chianti classico - Spigoloso e dritto. Non un capolavoro di eleganza ma vino da pasto come si deve. Giusto compagno della cucina toscana. Il sorso è asciutto e la buona acidità lo rende piacevole. Rimando ad altra occasione la riserva che peccava di sentore di tappo, a mio parere. Parentesi: in queste occasioni, quando mi trovo di fronte un vino con un difetto così apparente ma la bottiglia dalla quale me lo hanno versato è quasi arrivata in fondo non ce la faccio a comunicarlo. Può, è vero, essere che mi sbagli, ma la faccia di mia moglie , dopo l'assaggio me lo conferma spessissimo. So benissimo che nella mente del produttore frullerà il pensiero:" Ecco il solito Eno-sbruffone che vuol far colpo sulla bionda...", e lascio perdere. Però, molti dovrebbero assaggiare i vini che versano.... Torniamo a noi.
Montefioralle chianti classico 2005/2006/2007 - Fra i vini assaggiati è quello che più mi è piaciuto. Vi dirò di più: l'annata, fra le tre, più sfigata, il 2005, ha lasciato il segno. Polposa e ben fatta, con la giusta complessità e l'eleganza tipica dei vini ben fatti in quel millesimo che ha dato vini, generalmente, esili e poco complessi. Annate successive in fase di assestamento ma con un bel carattere. Parlo, comunque, di vini beverini e non di montagne da scalare, perchè, soprattutto, la tipologia di vino, secondo me, lo deve essere.
Poggio a Campoli Chianti classico 2008 - Azienda biologica. L'unico vino che ho comprato. Arrivato a fine corsa le mie papille gustative e la mia lucidità erano sulla via del non ritorno, sicchè, visto che questo vino dritto, scorbutico e tipico, mi aveva colpito mi sono detto di riprovarlo davanti ad una grigliatina di carne. Il mio giudizio, a quel punto, andava preso con le pinze. Vi saprò dire.
Terreno ( quello di Greve e non di Radda): buona la base, equilibrata e tradizionale nel colore, nella schiettezza del naso enella buona bevibilità. La riserva, invece, sembra un po' costruita per piacere a Luca Maroni o a Parker ( ma non a me..), troppo grassa ed opulenta.
Ho trovato tradizionale anche il base di Villa del Cigliano, ma meno interessante degli altri
Buono anche se un po' acerbo, il base de I Sodi di Gaiole in Chianti. La riserva soffriva anche lei di un difetto che non ho ben individuato. La riproverò in un'altra occasione, magari domenica 19 a Gaiole nella festa del vino.
Piaciuta anche, unica fra le riserve provate, quella del Castello di Paneretta, equilibrata ed elegante. Complessa ma non eccessiva. Spesso i vini troppo tondi e "grassi" stuccano dopo un sorso. Buona.
I trombati: Antico borgo di Sugame, Carpineta Fontalpino, Castello di Verrazzano ( ho provato solo il base), La croce, Corte di Valle, Castelli di Grevepesa
I rimandati: Triacca la Madonnina, Torraccia di Presura ( meglio i supertoscani dei chianti classico).
Il meglio della serata sono stati gli strozzapreti al ragù di agnello dell'Osteria Le Panzanelle di Lucarelli ( tra Radda e Panzano). Davvero goduriosi. Il maiale al latte successivo, seppur buono,non cancellerà il ricordo di quel primo!
Andateci , se siete da quele parti: è uno degli ormai pochi luoghi in Chianti che si possono ancora chiamare osteria senza mentire. Cibo genuino senza troppi fronzoli, porzioni e prezzi d'altri tempi e una ragionata e pregevole carta dei vini. Dimenticavo: zona all'aperto di un fresco rigenerante durante le calure estive e personale simpatico ed educato. Consigliato!
Hasta

Joe Cocker -With a little help from my friends ( Woodstock version)


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