11/04/10

Vinitaly, vini falsi e Viniveri.

Solito salto a Verona per il Vinitaly. Quest'anno, però, ci limitiamo ad solo giorno e proviamo a visitare la fiera "degli altri": VinoVinoVino a Cerea ( vicino a Mantova). Qui si sono ritrovati circa 130 produttori sia Italiani che Francesi, austriaci, Sloveni, Croati tutti uniti dalla filosofia della produzione del vino Biologica spinta, biodinamica e comunque il più naturale possibile. Per capirli meglio andate qui.
Andiamo per gradi.
Vinitaly.
Solito baraccone strapieno di gente. Armato della mia lista con tanto di coordinate dei vini da provare ( lo so, sono matto...), abbiamo esplorato praticamente solo un padiglione e mezzo ed evitato, quindi, di fare le solite centinaia di Km. Trentino e Friuli, poi un'oretta in Toscana.
Soliti vini ben fatti, privi totalmente di difetti ma troppi di loro senza una vera personalità. Alcune segnalazioni:
Lo Chardonnae Vis terrae di Antonutti,
I Sauvignon di Draga e la loro Malvasia di grande fascino.
I prosecchi di Andreola.
Il pinot grigio di Colle Duga.
Chardonnay e Sauvigno di Branko ( non quello del'oroscopo...)
I vini di Renzo Sgubin e di Martini & Sohn
Solo bianchi, praticamente, in Friuli e Trentino per scelta. Di sguincio ho provato, perchè ospitati in altra zona, Il Faro di Palari ( famoso vino siculo, pluripremiato e decisamente buono) e Il Titolo ( aglianico del Vulture) di Elena Fucci che mi è piaciuto un bel po' per completezza ed eleganza.
Altra segnalazione di un bel bianco toscano: La Cuvee S. Anna di Giacomo Marengo, pregevole per finezza e profumi, nel mare (piatto) di bianchi toscani dell'entroterra.
Come rossi vi segnalo quelli ( piemontesi) prodotti dalla piccola azienda Montaribaldi di Barbaresco: prezzi arrivabili per vini di tradizione e appaganti in bocca.
Spetegulez: D'accordo che vedere allo stand un omino con camicia di Jeans, ed un foglietto tutto scarabocchiato non ti fa venire in mente chissà quale compratore o uomo d'affari. Non capisco perchè non lo si debba cacare. Fino al momento in cui, con ormai incredibile abilità, sputo il vino nell'apposità sputacchiera, non vengo, dico, mai considerato degno diella pur minima attenzione. In realtà qualche isolato caso c'è ma sono sul serio pochi. Dopo la sputazzata ecco che il loro interesse cresce ed allora scatta la domanda:" siete nel commercio del vino o siete SOLO appassionati?" Tutti gli anni dico a mia moglie di fingerci importatori italo-tedeschi ( quelli da 30-40 cartoni a botta) ma finiamo sempre per dare la risposta, sbagliata:" appassionati". A wquel punto si chiude il sipario e iniziano a sistemare le sedie intorno a te, ti spengono le luci e fine dei giochi. Questo mi fa sempre girare i cabbasisi come trottole impazzite ma è il Vinitaly, per giunta in tempo di crisi, per cui pace.
Tutto questo tyi fa capire quanto un mondo fatto soprattutto di passione stia piano piano finendo nelle grinfie del Dio soldo, trasformandosi in puro business e perdendo, quindi, tanto, se non tutto, il suo fascino. Questo, però, non succede in manifestazioni come Vinovinovino, cui sono stato il mio secondo giorno. Ampio parcheggio, niente ressa e buona organizzazione. Qui i produttori sprizzano passione, nonostante la evidente stanchezza. Qui rischi di restare 20 minuti ad uno stand a chiacchierare o ad aspettare che finiscano un discorso con i tuoi vicini di degustazione. Altro universo, sul serio, più umano e più schietto. Il problema ( anche se non è la parola giusta) è la qualità dei vini spesso davvero bassa. Premetto: non ho il palato abituato a queste tipologie, e credo sia un difetto importante. Ho degustato un po' a caso, in qua ed in là, con qualche produttore, invece, scelto anticipatamente. Alcune segnalazioni anche qui:
I vini di Cappelano ( Barbera d'alba, Barolo e Chinato).
Il Cerasuolo di Vittoria passato in anfora di Cos, atipico e ben fatto.
Il Barolo di Giuseppe Rinaldi, davvero di classe.
Il Kurni di Oasi degli Angeli che cito come curiosità in quanto vino di indubbia personalità anche se, a mio parere, un po' stucchevole.
I Montepulciano d'Abruzzo di Emidio Pepe di grande longevità.
Gli Alsaziani Domaine Zind Humbrecht in particolare i Pinot Gris ed il riesling 1er crù Clos Saint Urbain.
Buoni i Chianti Classico di Montebernardi e Le Boncie e il Brunello di Pian dell'Orino.
Solita conferma per il, anzi, la Sirah di Stefano Amerighi.
Princic Dario è, invece, un capitolo a parte. Qui scatta qualcosa. Sui rossi ( Merlot e Cabernet Sauvignon) niente da dire. Grande personalità, atipici, non di certo convenzionali. Per me, scarso amante di questi vini, una sorpresa piacevole. Sui bianchi viene fuori la mia scarsa preparazione su queste tipologie di vinificazione ( sulle bucce a tini aperti). Se li beveste ad occhi chiusi persereste ad uno strano rosso. I profumi minerali, speziati e la importante presenza di tannini astringenti lontano vi porterebbero sa un pinot grigio o da un ribolla gialla. Invece è proprio un bianco che avete nel bicchiere. Sarò schietto: il colore quasi arancio, leggermente torbido intriga un po' ma non entusiasma. I profumi, invece, sono affascinanti proprio per la loro atipicità, quasi un cocktail fra un rosso e un bianco, in particolare il Bianco Sakot ( Tocai Friulano). In bocca devo ammettere che non mi piacciono. Sarà che per ottusità cerco delicatezza, finezza ed eleganza in un bianco ma questa aggressività non mi colpisce al cuore. Provateli, comunque, perchè credo che siano quei vini che o adori o odi.
Altri produttori, forse spingendo troppo, non hanno raggiunto grandi livelli ma sono, in ogni caso, encomiabili per la passione che ancora mettono nella loro attività.
Il prezzo mediamente alto di molti di questi vini non li rende, purtroppo, accessibili a tutti ma vi consiglio di visitare qualcuna di queste manifestazioni che sicuramente cresceranno come numero in futuro.

Di certo resta il grande fascino del mondo vitivinicolo, ricco anche di contraddizioni, e la voglia di continuare in questa bella esplorazione.
Hasta




Albert Fortis - Milano e Vincenzo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Questa scorsa settimana ti ho pensato...aiuto una amica che ha appena aperto un ristorantino italiano qui in terra straniera e a pranzo ti entrano due australiani sorridenti e allegri che mi chiedono consiglio per il vino che dovrà degnamente accompagnare le lasagne...mi lancio...arrivo con la mia bottiglietta di Dolcetto e cerco di dare il meglio di me vista la mia assoluta improvvisazione del mestiere...faccio gustare al signore che aveva richiesto il vino e questo incomincia tutta la sequela di gesti esperti: annusatina, occhiatina, sorsetto...
poi come fosse un colluttorio si sciacqua platealmente la bocca e appena ingurgitato mi sorride e dice:" Bene madame, è rosso!!"
:))
Da adesso in poi diffiderò degli australiani!!! ;))
Buona giornata!