16/10/08

Elogio della salvia fritta

Chi di voi ancora non ha avuto il piacere si affretti, perchè non se ne pentirà! Quanto sia irrinunciabile, almeno una volta al mese, lo può sapere solo chi l'ha già assaporata.
Io la preferisco con l'acciuga ( al diavolo se avrò la lingua felpata per l'intera notte: certi effetti collaterali vanno tollerati, diamine! ) anche se nella versione senza acciuga e con pastella di sola farina ( di riso) e birra, funzionano altrettanto bene anche se con differente "peso specifico". La prima ( pastella con uovo, farina ed acqua/latte ) strumento del diavolo tentatore della tua pur fragile resistenza culinaria, la seconda piacevolissima alternativa alla patatina ma con il difetto di costringerti all'accanimento sulla ciotola fino a quando anche l'ultima briciola non sia stata spazzata via. Scherzi a parte la consiglio a tutti, come aperitivo davvero stuzzicante e, comunque, tradizionale. La peparazione è davvero semplice: basta. dopo aver lavato ed asciugato bene le foglie di salvia ( non sottovalutate l'asciugatura, se non volete il fornello cosparso di goccioline malefiche di olio e svariate microscottature sugli avambracci...), appoggiare in ognuna un terzo di acciuga, ripiegarla, passarla nella pastella che ho più in alto descritto, e gettarla crudelmente nell'olio bollente. Ottima cosa, poi, è sfruttare la situazione per godersi un fritto misto, sia di carne e verdure o di pesce, affogando il proprio senso di colpa con un metodo classico, sia Franciacorta, oltrepò o che volete voi, basta che sia bollicina di qualità.


Peter Frampton Do you feel like we do

Nessun commento: